La differenza sessuale
LA DIFFERENZA SESSUALE
Uomo-donna, vecchio-giovane, cittadino-straniero, carnefice-vittima: sono alcune delle contrapposizioni su cui, sin dall’antichità, si fonda la società occidentale. Ancora oggi ruoli, compiti e comportamenti dei cittadini si definiscono sulla base di una significazione semplificatrice della differenza, anche sessuale. Il principio secondo cui tutti debbano rispettare il ruolo assegnato, da sempre, dà adito alla tentazione di gestire la collettività, organizzandola e sistematizzandola. Abolendo l’anomalia. Oggi più che mai i ruoli sono messi in discussione, ma solo in apparenza, senza mai discostarsi dai pregiudizi e dagli stereotipi dell’epoca. Inoltre, i rapporti sociali sembrano impoveriti dalla preoccupazione, dallo sconcerto e dal senso di smarrimento e di decadenza provocati dagli accadimenti che sempre con maggior frequenza sconvolgono l’economia, la politica e, in un certo senso, anche la religione.
Cosa occorre, dunque, perché si avvii una trasformazione che conduca a un reale cambiamento, da molti auspicato? Quali dispositivi instaurare per vincere la paura che non ci consente di abbandonare pregiudizi e cliché, apparentemente rassicuranti ma spesso problematici? Cercare punti di riferimento in modelli ideali, vecchi o nuovi che siano, considerandoli un’alternativa alla realtà, fa sconfinare nell’utopia. Una società nuova non può fondarsi su un’idea di riscatto da ciò che è venuto prima. E ancora meno su un’idea di vendetta o rivendicazione nei confronti della tradizione o dell’autorità. Perché ci sia novità occorre l’analisi della paura dell’altro e dell’avvenire e un percorso culturale e artistico che porti alla dissipazione di ogni forma di conformismo, anche con se stessi.
In questa direzione, occorre tenere in conto la portata del tema della famiglia e esplorare, senza riserva mentale,
il mito del padre come simbolo dell’autorità e il mito della madre come indice della sessualità e della generazione.
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