La legge dell’odio – Alberto Garlini
LA LEGGE DELL’ODIO – ALBERTO GARLINI
Quando la violenza cieca e efferata diventa protagonista della cronaca lasciandoci storditi e senza respiro,
forse solo la letteratura riesce a provocare un ragionamento scevro da spiegazioni liquidatorie e moralistiche.
Alberto Garlini, con il suo ultimo romanzo La legge dell’odio (Einaudi, 2012), racconta una pagina della
storia recente d’Italia ancora coperta da tabù, quella dell’eversione “nera”, dal ’69 ai primi anni settanta,
attraverso la vicenda un giovane friulano, studente a Roma. Il protagonista Stefano Guerra, come tanti della
sua generazione, è portato da una “rabbia perfetta” e coltiva la violenza che diviene “antidoto contro le
imperfezioni del cielo”. Vive il presente e come tale non ha futuro. Ha sogni radiosi, puri, di riscatto e
di salvezza, per la patria più che per se stesso, ma non costruisce un avvenire. Né per sé né per gli altri.
Garlini indaga la pericolosa combinazione tra purismo, ideologia e violenza soprattutto quando la politica
latita e manca la sua missione. È interessato ai risvolti di un’idea che diventa ideologia e passaggio all’azione,
fino al collasso, mettendo in luce che il purismo degli ideali ha comunque bisogno del compromesso e della
collusione con le istituzioni e i rappresentanti del potere.
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